Al giorno d’oggi non sempre è facile percepire una vera e propria identità europea tra i cittadini europei. La ragione è semplice: manca quel rapporto di fedeltà e reciprocità indispensabile per il concetto classico di “popolo”.
Al concetto di “popolo europeo” non può essere associato lo stesso significato inteso in ambito nazionale, perché per la percezione di un’identità europea non si può fare appello ai soli principi e alle sole tradizioni comuni tra gli Stati membri.
Per comprendere cosa significhi essere cittadini europei è necessario, quindi, far nascere un senso di appartenenza e individuare un insieme di valori che siano identificativi dell’Europa, intesa non come semplice unione di Stati, ma come organizzazione che ha una propria identità culturale.
Ed è di questa identità comune che tratteremo a breve.
Breve storia dell’Europa
Per comprendere dove ha origine l’identità europea occorre fare qualche passo indietro, fino al secondo dopoguerra. All’indomani della seconda guerra mondiale sorse infatti la necessità di creare un legame sempre più stretto tra i Paesi europei e i rispettivi popoli per mettere fine alle rivalità politiche ed economiche. In quegli anni Winston Churchill, che identificava l’Europa come culla della cultura, delle arti, della filosofia e della scienza, cominciò a ipotizzare la creazione degli “Stati Uniti d’Europa” per poter vivere in pace, sicurezza e libertà.
Sotto questi principi nel 1949 dieci Paesi, Italia inclusa, si allearono per fondare la prima organizzazione europea: il Consiglio d’Europa. Questa organizzazione, che oggi conta 47 Stati, si propone diversi obiettivi, tra i quali proprio quello di promuovere la consapevolezza dell’identità europea e di difendere i diritti dell’uomo, la democrazia parlamentare e il principio di legalità.
Nel 1952 venne fondata la Comunità Europea del Carbone e dell’Acciaio (CECA), con lo scopo di riunire in un mercato comune le industrie del carbone e dell’acciaio, entrambe strategicamente importanti per l’economia dell’Europa, ponendole sotto il controllo di un’autorità sovranazionale.
Nel 1957 i Trattati di Roma istituirono la Comunità Economica Europea (CEE) e col trattato di Maastricht, nel 1992, alle Comunità si è affiancato un ordinamento più vasto, quello dell’Unione, che inglobava tutte le altre organizzazioni e che ha finito poi con il sostituirle. È da queste evoluzioni che si è sviluppata l’Unione Europea, dalla quale sono emersi più chiaramente i diritti e i doveri del cittadino europeo.
L’EUROPA OGGI: GLI STATI MEMBRI E I PAESI CANDIDATI
Nel giugno 2016 il Regno Unito ha indetto un referendum per decidere se uscire o meno dall’Unione Europea. L’esito del referendum, come tutti sappiamo, è stato positivo: il 51,9% della popolazione britannica, infatti, ha votato per l’uscita dall’UE. Dopo una procedura non priva di difficoltà, il 31 gennaio 2020 il Regno Unito ha lasciato ufficialmente l’UE.
L’Unione Europea, dopo la Brexit, rappresenta un’unione politica ed economica di 27 Stati:
- Austria
- Belgio
- Bulgaria
- Repubblica Ceca
- Cipro
- Croazia
- Danimarca
- Estonia
- Finlandia
- Francia
- Germania
- Grecia
- Irlanda
- Italia
- Lettonia
- Lituania
- Lussemburgo
- Malta
- Paesi Bassi
- Polonia
- Portogallo
- Romania
- Slovacchia
- Slovenia
- Spagna
- Svezia
- Ungheria
Tra i Paesi candidati per entrare a far parte dell’UE, abbiamo:
- Albania
- Macedonia del Nord
- Montenegro
- Serbia
- Turchia
Cosa distingue l'Europa dalle altre organizzazioni
L’organizzazione istituzionale dell’Unione Europea rispecchia i valori stessi su cui si fonda.
L’Europa rappresenta un organismo sui generis, a cavallo tra una federazione di Stati (come gli Stati Uniti d’America) e un’organizzazione intergovernativa (come le Nazioni Unite). A differenza delle federazioni, in Europa viene dato risalto al concetto di “membro”: con tale termine si indica la volontà di voler far parte del “club europeo”. I rapporti tra gli Stati membri e l’UE vengono regolati dai trattati che richiedono la ratifica all’unanimità.
Se è vero che gli Stati membri delegano parte della loro sovranità, è pur vero che i commissari di tutti gli Stati membri hanno lo stesso peso. Tuttavia, la ricerca dell’unanimità durante il processo democratico, a volte, può bloccare l’Europa. La cessione della sovranità è perciò a favore della costituzione di equilibri comuni per i quali ciascuno Stato membro concorre, insieme agli altri, a determinare le regole. L’attuale assetto è riuscito a garantire settant’anni di pace incondizionata in un continente che aveva sempre vissuto in guerra.
I principi fondamentali della comunità europea
La costruzione di un’Europa unita si fonda su ideali e obiettivi riconosciuti e condivisi anche dagli Stati membri. Proprio per i valori su cui è fondata, l’UE ha una visione umanista e un modello sociale che la stragrande maggioranza dei suoi cittadini sente di condividere. Tra questi valori fondamentali vi sono la realizzazione di una pace durevole, l’unità, l’uguaglianza, la libertà, la sicurezza e la solidarietà. L’Unione si fonda esplicitamente sui principi di libertà e democrazia.
L’identità europea si basa dunque su questo insieme di valori e di principi, condivisi da tutti coloro che fanno parte dell’UE e difesi da istituzioni come la Commissione Europea, nata anche con il compito di individuare eventuali violazioni di questi principi da parte degli Stati membri e di preservare lo stato di diritto.
La condivisione di valori, principi, diritti e doveri dovrebbe contribuire ad accomunare tutti i cittadini europei in un sentimento di fratellanza e promuovere la riflessione sul concetto d’identità europea.
L’attenzione che l’Unione Europea ha da sempre mostrato con riferimento alle tematiche dei diritti umani ha reso l’Europa un continente in cui libertà e democrazia assumono una rilevanza effettiva. In tal senso è ad esempio importante sottolineare che la pena di morte, ancora prevista i molti Stati, è stata abolita in tutti i Paesi dell’Unione Europea.
L’articolo 2 del trattato sull’Unione Europea sancisce lo stato di diritto (rule of law) come uno dei valori fondamentali dell’Unione. È anche la “conditio sine qua non” per la tutela di tutti gli altri valori fondamentali dell’Unione, a cominciare dai diritti fondamentali e dalla democrazia. Il rispetto dello stato di diritto è fondamentale per il funzionamento dell’Unione e la Commissione Europea ha l’incarico di preservarla. Ecco le azioni volte a difendere lo rule of law:
- efficace applicazione del diritto UE;
- corretto funzionamento del mercato interno;
- mantenimento di un contesto propizio agli investimenti;
- fiducia reciproca.
Lo stato di diritto, inoltre, prevede una tutela giurisdizionale effettiva che presuppone l’autonomia, la qualità e l’efficienza dei sistemi giudiziari nazionali.
EUROPA E INTEGRAZIONE SOCIALE
L’impegno dell’Europa per l’integrazione sociale è reso evidente dal recente lancio della Missione per l’inclusione e la coesione nell’ambito del Next Generation EU.
Il multiculturalismo è parte della cultura e dell’identità europea fin dall’inizio. La coesistenza di più culture, lingue e tradizioni caratterizza l’Europa arricchendone la storia. Le culture europee non si limitano solo a coesistere.
Nello scenario normativo europeo, infatti, si dà molta rilevanza al divieto di discriminazione e al principio di parità di trattamento. Una delle principali manifestazioni del rispetto per le identità culturali delle nazioni europee è dato, ad esempio, dal diritto di ogni cittadino UE di rivolgersi alle istituzioni europee e di ricevere risposta da queste nella propria lingua.
Il multiculturalismo è un modello d’integrazione basato sul riconoscimento dei diritti non solo dell’individuo, ma anche dei gruppi e delle comunità che abitano in un Paese.
Parità di trattamento e divieto di discriminazione impongono una strategia di integrazione sociale che coinvolga tutti gli Stati membri. Una di queste è la strategia dell’UE per la gioventù, un pacchetto di azioni mirate a rafforzare l’impegno dei giovani cittadini dell’Unione nella partecipazione attiva alla democrazia e alla società.
La strategia dell’UE per la gioventù punta in particolare a:
- sfruttare pienamente le possibilità offerte dall'animazione socioeducativa e dai centri giovanili come strumento di integrazione;
- incoraggiare un approccio trasversale per affrontare il problema dell'esclusione in ambiti come l'istruzione, l'occupazione e l'integrazione sociale;
- sostenere la sensibilizzazione interculturale e combattere i pregiudizi;
- sostenere l'informazione e l'educazione dei giovani sui loro diritti;
- affrontare il problema dei senzatetto, degli alloggi in generale e della povertà;
- agevolare l'accesso a servizi di qualità, ad esempio i trasporti, l'integrazione digitale, la salute e i servizi sociali;
- promuovere strutture d'assistenza specifiche per le giovani famiglie.
e-Medine, organizzazione non-profit che promuove la cittadinanza europea, è coinvolta in diversi progetti UE con l’obiettivo di potenziare l’integrazione sociale nel continente. Tra questi vi è “EUROTHON”, che mira ad ampliare la conoscenza degli ideali europei e intensificare il coinvolgimento dei giovani nel processo democratico dell’Unione attraverso un programma di apprendimento innovativo con un approccio orientato all’integrazione, all’azione e incentrato sugli studenti.
Perché l'identità europea è importante?
L’Europa rappresenta per molti la culla della cultura, una terra di opportunità e un continente civile in cui oggi regnano la democrazia e il rispetto dei diritti umani, una società in cui prevalgono l’inclusione, la tolleranza, la giustizia, la solidarietà e la non discriminazione.
La nostra identità dipende da ciò che siamo stati e da ciò che insieme progettiamo di diventare. La consapevolezza e la convinzione di appartenere a un unico “popolo europeo” elimina il rischio di conflitti tra i governi e i cittadini dei diversi Stati membri.
Come insegna la storia, le logiche escludenti e conflittuali portano a guerre e crisi e di questo ne conserviamo una tragica memoria.
Essere europei e comprendere l’importanza della propria identità è fondamentale per vivere con più consapevolezza la “cittadinanza europea”, che va oltre il contesto nazionale, in quanto non si riferisce al rapporto tra il cittadino e l’autorità sovrana (Stato), bensì indentifica l’appartenenza ad una comunità, quella europea, accomunata da principi e valori umani. Valori che, purtroppo, non sono ancora condivisi in tutte quelle parti del mondo dilaniate da guerre e conflitti. Senza contare che, comunque, la cittadinanza europea comporta anche dei vantaggi.
Non dimentichiamoci che del passato si nutrono il presente e il futuro e che la memoria è la bussola essenziale di un’identità in divenire; però dobbiamo essere consapevoli che la sola memoria però non basta alla formazione di un’identità europea (collettiva e politica) e che, quindi, occorre mobilitare le energie per superare i condizionamenti del passato e trasformare il continente europeo nella grande madrepatria delle future generazioni di cittadini europei.
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